Non mi ricordo di avermi sentito mai limitata da bambina. Già a cinque anni stavo fuori a giocare dalla mattina alla sera, facevo piccole spese nel supermercato vicino a casa e andavo al chiosco a comprarmi le caramelle da sola il sabato. Certo che c'era un limite, una zona che era mia e da non lasciare; il parco del palazzo dove abitavo, il bosco dietro la casa e la pista degli aeri militari abbandonata. Basta. Potevo andare più lontano solo in compagnia dei fratelli o qualche amico/a più grande. Ma quella zona era abbastanza grande per tutti i gioci più belli: andare in bici, kurragömma (nascondino), diversi sport come il calcio, sci, pattini ecc. C'era anche abbastanza spazio per avere sempre qualcosa nuova da scoprire, per una piccola avventura nel bosco, per costruire quella casetta nascosta in un albero. Uscivo la mattina e tornavo a casa solo per mangiare. Dopo le otto di sera non potevo uscire più.
Quella zona mia veniva logicamente estesa con gli anni, ed anche l'ora di ritorno al nido. =) Ma da quando avevo 10-12 anni potevo in pratica andare dovunque volevo. Per andare a fare un bagno d'estate c'erano più o meno 10 chilometri e li facevamo quasi sempre in bici, anche perché i nostri genitori normalmente lavoravano. Appena uno sapeva nuotare era l'ora di cavarsela da solo.
A volte facevamo gite in bici di ore e ore solo per il divertimento. Un po' di acqua e qualche panino nello zaino e via! Ritorno la sera.
Facevo parte di un gruppo di sei ragazze che facevamo gare di ginnastica artistica e d'estate facevamo sempre delle gite insieme. Ogni anno da quando avevo 12 anni andavamo alla stuga di una di noi. 20 chilometri in bici. Stavamo lì una settimana a fare il bagno, fare giri nel bosco, la sauna ed a chiacchierare fino alla mattina. Nessuno che ci aiutava con niente, nessun telefono, nessun cellulare. Una o due volte venivano i genitori a controllare che tutto era ok, ma il resto del tempo eravamo libere a fare quello che volevamo noi e anche responsabili per la stuga e per noi stesse. Non mi ricordo che c'era mai qualche problema che non potevamo risolvere da sole. C'erano piccole cose come quella volta che abbiamo dovuto andare in bici andata e ritorno al paesino più vicino (cioè a dieci chilometri) a comprare le caramelle perché avevamo dimenticato le altre a casa prima di partire. Quel paesino più vicino era proprio nella zona dove ho preso queste foto!
Da ancora più grande, da circa 15 anni, facevo veramente tutto quello che volevo io. Tornavo a casa a volte anche alle sette di mattina o lasciavo la casa alle cinque di mattina per andare a pescare o chi sa che cosa...
Devo aggiungere una cosa. Ero una figlia molto calma. Non facevo le grande bevute come facevano molti dei compagni di scuola, non facevo tanti guai, forse qualche storia con qualche ragazzo qualche volta, ma ero (eravamo) veramente da fidarsi. So che i miei sapevano questo e che questa è la ragione per cui mi davano tutta questa libertà, ma sono anche convinta che è la libertà che ho avuto che mi ha fatto diventrare responsabile e da fidarsi.
Sono grata di aver avuto questa possibilità e mi dispiace che per esempio i miei propri figli non possono essere liberi come ero io, non perché non sono da fidarsi, ma perché la gente attorno a loro non è da fidarsi... =(
10 kommentarer:
Deve essere stata un'enorme fortuna. Per i bambini è essenziale crescere in un ambiente di libertà e contatto con la natura. Purtroppo oggi vivendo in città è quasi impossibile. Io per fortuna abitavo in un paesino che confinava con i campi della pianura Padana. La Svezia però mi sembra un ottimo posto dove trascorrere l'infanzia. Quando ascolto le canzoni dei Ranarim sento spesso questo senso di libertà :)
Li conosci?
Ops, ero io il commento sopra!
Il tuo racconto dell'infanzia ora proseguito con l'adolescenza si fa sempre piu interessante.
Peccato per i tuoi figli che non possono vivere un'esperienza nemmeno lontanamente paragonabile allatua.(Almeno così mi pare di capire, visto che sei a Stoccolma.)
P.S. = Le foto son belle, ma il paesino dov'è? Credevo di vedere un tipico paesello svedese!
Anonymus - 16 januari 2011 16:38
Dimenticavo di firmarmi.
sono:
OCCHIO di LINCE
Che bello, Carin, più che il racconto di una storia vera sembra un sogno... una meraviglia! Ma soprattutto la cosa bella, oltre alla libertà, è stato il contatto con la natura (almeno questa è l'impressione leggendo); penso che anche questo contribuisca a dare equilibrio alle persone. Hai mantenuto i contatti con le tue amiche d'infanzia?
Dopo i 14 anni ho avuto la stessa libertà anch'io e l'ho sempre spiegato col fatto a cui accenni anche tu, cioè che ero una ragazza tranquilla e non ho mai combinato nessun guai. Non sono però sicura della causa-effetto. Anzi, non credo proprio che si diventi tranquilli perché si è liberi. Il temperamento e il carattere sono per di più cose innate secondo me. Che ne pensi?
@Xanekros: No, non li conosco. Che tipo di musica è?
@Occhio di Lince: È un paesello tipoco svedese,del nord. Il posto si chiama Kalix.
@Sabrina: Per tanti anni avevamo tanto contatto, ma oggi è poco. Due (sorelle) abitano nel nord anche se non esattamente a Kalix dopo dei anni qui a Stoccolma. Ci incontriamo ogni tanto ma solo in occasioni speciali come un matrimonio o un compleanno o a volte d'estate. Una abita in Skania ma non abbiamo nessun contatto, e poi ci siamo tre nei dintorni di Stoccolma. Una incontro più spesso e a volte andiamo in vacanza insieme le due famiglie, l'altra vedo solo ogni tanto. Poi c'è anche un gruppo di "ragazzi" che stava sempre con noi quando eravamo più grandi e vedo anche alcuni di loro ogni tanto. Succede che ci incontriamo tutti quanti, ma molto raramente. Non abbiamo tempo... =(
@Kata: Ma io direi che è tutto e due. Sicuramente è innato, ma sono anche convinta che le persone che sono meno libere sono quelle che fanno più guai una volta lasciate libere. E sono senza dubbio quelle che vanno più facilmente a finire in guai perché non sanno come "gestire" quella libertà e non sono abituate a risolvere problemi da sole.
Sono d'accordo con la riflessione sulla libertà, anche perché il bambino diventa ciò che vede negli occhi degli adulti quando lo guardano; se si sente guardato con sfiducia, diventerà una persona di cui non fidarsi; se viene guardato con fiducia, anche se sbaglierà, saprà riprendersi.
Mi hai fatto venire in mente il paesino in montagna dove si trascorrevano le vacanze con i miei. Un posto tranquillo in mezzo ai boschi dove anche noi bambini godevamo di un'ampia libertà di movimento. D'inverno passavo le giornate sulle piste a sci da sola, a volte andavo anche nel bosco fuori pista. Se cadevo o non trovavo la strada dovevo arrangiarmi da sola. Ringrazio i miei genitori per avermelo permesso, crescere così ti dà davvero tanta fiducia in tè stesso. Anche a scuola, a fare sport,a trovare gli amici sono sempre andata da sola anche se stavamo in città con i pericoli del traffico ecc. I miei mi facevano tante raccomandazioni ma non me l'hanno mai impedito. Ora vedo che i bambini, anche grandicelli, sono portati come pacchi postali dappertutto, per lo piú in macchina. Si ha paura di tutto e di tutti. Un po' per ragioni valide, ma è anche esagerato. Addirittura la scuola elementare non può lasciare uscire un bambino se non c'è un familiare a prenderlo, nemmeno se abita lì a 200 metri. Questi bimbi allora come cerscono? Sapendo che del mondo non c'è da fidarsi e che non sanno cavarsela da soli.
I Ranarim sono un gruppo folk svedese e attualmente uno dei miei gruppi preferiti (lo dico da musicista a mia volta). Se ti interessa:
http://www.youtube.com/watch?v=zt-gU7538bs
http://www.youtube.com/watch?v=hk556oB3nMM
http://www.youtube.com/watch?v=uGzhHpX7hVQ
Se ti interessa, ascolta anche i Gjallarhorn, sono finlandesi ma cantano in svedese:
http://www.youtube.com/watch?v=VzrrbTvT28E
Skicka en kommentar