måndag 2 augusti 2010

Riassunto

È ora di riassumere la visita italiana qui da noi. Senza dubbio sono state due settimane molto educative per tutti. È interessante vedere il proprio paese, la propria città, la propria cultura e il proprio comportamento tra gli occhi di qualcun'altro, ma anche molto utile per gli ospiti vedere un'altra verità per poter valutare la propria. Come spero che abbiate già capito questa non è una paragone tra Svezia e Italia, svedesi e italiani, ma solamente una paragone tra il mio mondo e il mondo di quei napoletani venuti a trovarci, tra la mia famiglia e gli ospiti, anche se penso che noi tutti siamo abbastanza tipici svedesi o napoletani.

Capitolo cibo e sorprese
Il cibo era la mia unica preoccupazione. Non è facile arrivare al livello del cibo napoletano (o alla quantità...). Quando abbiamo ospiti cucino volentieri la pasta, ma non quando gli ospiti sono italiani e specialmente non quando sono napoletani, ma non avevo neanche speranza che gli fosse piaciuto il cibo svedese. Dopo dei discussioni tra me e mio marito abbiamo deciso di cucinare gli stessi piatti svedesi e italo-svedesi che facciamo normalmente. Siamo rimasti sorpresi poi che quasi tutto è stato apprezzato.

I loro favoriti erano:
il salmone alla brace, la carne di maiale alla brace, la verdura alla brace, diciamo tutto quello che abbiamo fatto alla brace. Il formaggio tagliato con osthyvel su pane duro per colazione era anche un favorito. Poi tutti i tipi di dolci e biscotti fatti in casa, come per esempio:

la crostata di mirtilli e quella di rabarbaro
















kanelbullar
















Le sorprese:
Quello che ci ha lasciato a bocca aperta era che hanno preso gusto per il wurstel svedese, falukorv, il wurstel con il panino, korv med bröd e il pane tortilla con pollo, verdura come cetriolo, pomodoro e peperoni crudi, la salsa forte e formaggio.


Capitolo lingua
Ogni pasto la stessa storia. Cominciava con chiacchierate in italiano per poi poco a poco arrivare a discussioni con qualche parola in napoletano e poi finire con discussioni forti in napoletano con qualche parola italiana qua e la. Mi è piaciuto perché ho scoperto che capisco ancora il napoletano. Neanche quello stretto mi ha dato problemi. Infatti a volte ho capito anche troppo... =) Parlare è un'altra storia.

Una cosa davvero frustrante è che non sono riuscita a esprimere esattamente quello che volevo dire in italiano, specialmente in passato. Penso che la ragione sia anche che i napoletani usano molto il passato remoto quando parlano mentre i miei professori all'università lo usavano pocchissimo. Il passato remoto mi uccide!

La piccola ha imparato qualche parola in più in italiano, come per esempio "non toccare", "lasciami stare", "è miiiio", ma non faceva tanta differenza se parlava svedese o qualche parola in inglese o italiano, si sono capiti lo stesso. Il tredicenne invece non ha detto una parola in italiano durante queste due settimane, ma i napoletani mica si arrendono così facilmente. Stare insieme e parlare con la gente è come respirare per loro e allora hanno deciso che se lui non parlava italiano loro parlavano svedese invece, con il risultato che le mie giornate erano piene di "Zia, come si dice... in svedese". =)

Capitolo differenze culturali e capricci

I bambini svedesi/napoletani
Il fatto che mio figlio di 13 anni ha deciso di non parlare proprio ed invece chiudersi dentro la camera sua con il computer appena possibile è stato un disastro per il ragazzo napoletano della stessa età. Lui l'ha preso molto male (giustamente!!!) e noi abbiamo avuto molti discussioni con nostro figlio per spiegare com'è scortese fare così.

Mia figlia di 5 anni ha avuto grandi problemi capire che quando altri bambini abitano a casa nostra non può dire che non possono giocare con i giocattoli suoi e che è impossibile tenere tutto in ordine nella camera sua. Lei è abbastanza pignola e dividere la camera con altri tre bambini era difficile per lei.

Era ovvio che i nostri figli non sono abituati a stare insieme a tanta altra gente e che non sapevano come comportsi e che si deve darsi la pena di capirsi, di divertirsi insieme, di dividere le cose.

I bambini napoletani
Che devo dire? Erano dolcissimi, furbi e curiosi, ma erano ehhh chiamiamolo un poco troppo pieni di energia e non sapevano parlare senza strillare. Se i nostri figli avevano problemi interagire con gente vicino a loro, quelli napoletani avevano problemi vedere che il mondo non circola attorno a loro. Non sono riusciti a vedere che quello che facevano loro ha conseguenze per altra gente e che a volte non si può fare le cose a modo proprio.

Faccio qualche esempio:
I nostri figli sono abitutati a preparare la colazione da soli, a vestirsi da soli, a mettere a posto la loro camera da soli, a fare tutto quello che riescono a fare senza chiedere l'aiuto da qualcun'altro. Quelli napoletani appena volevano qualcosa chiamavano la mamma. "Mamma, dove sono le mie pantofole?", "Mamma, voglio un bicchiere d'acqua!".
Al Palazzo Reale hanno toccato tutti i vetri dove ci sono i tesori del Re, anche se (o perché) noi abbiamo detto che non lo dovevano fare, per vedere cosa fosse successo. (Solo per evitare che anche voi sentite la voglia di provare vi racconto cosa succede: Suona l'allarme, la camera blindata si chiude automaticamente e nessuno può uscire prima che sono venuti sia cinque militari che il capo della guardia del Palazzo a vedere che nessuno ha rubato niente. =) )

Hanno fatto casino sul pullman fino a quando l'autista ha fermato l'autobus e ha detto che non aveva l'intenzione ripartire prima che tutti fossero seduti e senza strillare...

I napoletani si sono stupiti ma anche irritati del nostro rispetto della natura, degli animali, della gente e delle regole. E noi abbiamo apprezzato il loro modo di vivere il momento, l'allegria e la curiosità, con le eccezioni nominati sopra, però =).

Capitolo non dimenticare
I napoletani ci hanno aperto gli occhi a tutte le meraviglie che abbiamo proprio fuori la porta; il bosco con animali, con frutti da raccogliere per la crostata dopo cena, i parchi per i bambini, le piste ciclabili. Ci hanno fatto apprezzare ancora di più le possibilità che noi e i figli nostri abbiamo, l'aiuto dello stato, il fatto che possiamo vivere tranquilli, avere lavoro e casa e che i nostri diritti vengono per lo più rispettati.

Penso che per loro la Svezia sia stata molto diversa di quello che si sono aspettato. Più verde, più viva, più bella, anche se un'altra bellezza di quella italiana. Secondo me è stato importante per loro vedere che ci sono modi per far funzionare meglio uno stato, anche se la Svezia non è un paradiso, ma penso anche che tornano in Italia ancora più delusi del proprio paese. Portano anche con loro qualche idea di come ognuno può fare qualcosa cosa per cambiare. Può essere una piccola cosa come non prendere la macchina ed invece andare a piedi.

Durante queste due settimane hanno riscoperto i piccoli piaceri della vita. Hanno camminato, sono andati in bicicletta, hanno fatto sport, sono andati a raccogliere i mirtilli, le fragoline di bosco e i lamponi, si sono alzati presto la mattina per godersi un caffè tranquillo sulla terrazza con solo il cinguettio degli uccelli e quasi tra i piedi i piccoli ricci che cercavano qualcosa da mangiare.

Per evitare malintesi e per evitare che qualcuno pensa che mi sto lamentando di loro o che io penso che il mio modo di vivere o essere sia migliore del loro devo aggiungere che io amo l'energia, l'allegria e la curiosità della vita e tutto attorno a loro che ho visto in questi napoletani e che io trovo tipico per i napoletani doc. Mi piace tantissimo il rispetto che mostrano per quelli che gli stanno vicino e il modo loro di interagire e mi dispiace che i miei figli non hanno avuto abbastanza tante occazioni a imparare anche loro come si fa. Ma penso che sarebbe anche bene per loro imparare da noi il rispetto dell'ambiente e il rispetto anche per la gente che incontrano sull'autobus, di rispettare un poco più le regole e non sempre fare tutto a testa loro.

14 kommentarer:

Zarinaia sa...

Buon onomastico, anche se in ritardo!! :)
Grazie di questo interessante resoconto, ricco di spunti di riflessione, come tutti i tuoi post, del resto.
"Parlare é un altra cosa"... quanto hai ragione! La mia comprensione dello svedese é sempre infinitamente superiore alle mie capacitá di espressione ed é cosí frustrante!
Ciao
Eleonora

Anonym sa...

Tanti auguri,buon onomastico.
Giuseppe

Morgaine le Fée sa...

buon onomastico!

pensavo un po' che anche il Mezzovikingo, pur non avendo geni napoletani nelle vene, sembra avere un temperamento molto vicino a quest'ultimi... le sue maestre d'asilo lo chiamano pratkvarn :)

TopGun sa...

Pratkvarn, parola Svedese che vuol dire 'O scugnizz' :P

TopGun sa...

si è perso un pezzettino (il 99%) del mio commento....vabbè.

sarò sintetico, BELLISSIMO POST!!!!


mi è piaciuto un sacco leggere delle differenze che hai rilevato.
I bambini Napoletani, non dovrebbero essere accuditi in asili nido o strutture preposte.

Dovrebbero essere portati in palestra ed utilizzati come attrezzi ginnici.
Stare dietro ad un gruppetto di 10\15 bambini scatenati per due o tre ore come fanno gli animatori durante le feste di compleanno, vi assicuro, è uno sport che meriterebbe di essere disciplina olimpica :D

faticoso, si suda molto, ci si muove molto, ma sei folle abbastanza e torni un po bambino sono il miglior modo per forgiare mente e corpo.

provare per credere :P

gattosolitario sa...

Divertente questo racconto : )

bruscar sa...

Post molto simpatico.

Carin sa...

Grazie a tutti. Sfortunatamente ha piovuto e non siamo andati a nessun posto, ma mi hanno cucinato una bella cena con bigne come dessert.

@Eleonora: Ci capiamo allora =) Però tu parli bene lo svedese!

@Morgaine: Non ti preoccupare. Non si avvicina neanche, e poi lui ha due anni, è normale, ma loro hanno nove e tredici anni! =)

@Top: Eh si, conosco i bambini napoletani già da prima. Infatti è andato meglio di quello che io pensassi. =) Pratkvarn non è neanche vicino a 'O scugnizz'. Vuol dire solo uno che parla molto.

Sabrina sa...

Bello, questo post!
Anch'io ho degli amici napoletani: ci vediamo quando andiamo al mare.
Il problema dei "verbi al passato" non me lo pongo: l'uso corrente della lingua italiana richiede più spesso il passato prossimo; quando parliamo, loro usano il passato remoto, io il passato prossimo, e non per essere più corretta, ma perché sono abituata così. Per loro va bene, non ci trovano nulla di strano. E io non devo sforzarmi di parlare in modo per me innaturale...

orma sa...

Bene, ora sei pronta per le mie piccole pesti, che sono del nord, ma il temperamento deve essere napoletano da parte di nonni del nonno.
Buon onomastico e complimenti davvero per il resoconto!

Carin sa...

@Sabrina: Grazie, ma per me è difficile sapere quando si usa l'una o l'altra visto che quelli attorno a me usano il passato remoto e allora divento insicura. Ho letto che anche il ritorno in Italia è stata un po' complicata. Secondo me perché avresti dovuto rimanere in Svezia ;)

@Orma: Grazie. Anche i miei sono (erano) piccoli pesti, ma mi ricordo una volta a Ischia in una banca che l'impiegato ci ha detto "Fanno casino, ma fanno casino così silenzioso...che strano..." =)

Sabrina sa...

Eehhh, brava Carin, l'ho pensato anch'io...:-)))

Odysseus sa...

Hej Carin!
divertente descrizione sugli incontri culturali.
Per certi versi mi ricorda i miei primi tempi in Svezia e gli assaggi culinari.
capitolo passato prossimo e remoto:
Il passato prossimo si usa quando appunto si descrive un avvenimento recente, mentre il remoto quando l'avvenimento è successo da tempo. Il limite temporale è molto soggettivo ma esiste una regola (il giorno prima?).
In ogni modo in tutto il nord Italia si sbaglia usando quasi sempre il prossimo e in tutto il sud usando sempre il remoto.
"l'estate scorsa sono andata in Francia" direbbe una milanese alle sue amiche.
Mentre una barese direbbe "mo' proprio come entrai nel portone" cioé pochi minuti prima...
Credo che l'uso indiscriminato del remoto sia un retaggio del Regno delle due Sicilie dove lo spagnolo era la lingua della nobiltá. Se non sbaglio in spagnolo si usa sempre il remoto..
Mentre nei dialetti (lingue?) lomabrdi il remoto quasi non esiste.

Carin sa...

@Odysseus: Grazie... è un incubo scegliere tra imperfetto, passato prossimo e passato remoto. Anche gli italiani sbagliano spesso in svedese perché dicono "Igår har jag ätit en glass" perché in italiano si una il passato prossimo. Invece in svedese corretto si deve dire "Igår åt jag en glass", imperfetto.