onsdag 26 maj 2010

E torniamo alla valutazione formativa...

Avevo deciso di non scrivere della scuola su questo blog, ma sembra che sia inevitabile, perché non c'è quasi nessuno che non ha un parere sulla scuola. E si, si capisce che è così perché in principio tutti sono andati a scuola o hanno figli o nipoti che vanno a scuola. Tutti hanno i loro ricordi ed eseperienze della scuola. La scuola non ci da solo le conoscenze ma fa anche una grande parte nello sviluppo della nostra personalità. Ci prepara, bene o male, per la vita. C'è da ricordarsi però che la scuola cambia, quella di oggi non è la stessa di quella di cinque anni fa. Ci sono differenze tra i paesi, tra le città, tra scuole differenti. La scuola non si può vedere come una, solo quando uno parla dei principi della scuola, ma in pratica ci sono tantissime differenze. Il modo in cui uno interpreta la scuola varia anche secondo l'individuo semplicemente perché siamo infatti individui.

Devo ammettere che mi da un po' fastidio il fatto che tanti parlano della scuola come se fossero esperti e hanno tutte le soluzioni dei problemi della scuola, anche se non hanno altre esperienze che i propri anni a scuola, trent'anni fa, o qualche figlio che è stato sfortunato a trovarsi un insegnate scarso o una scuola che non funziona bene. Ma notate che dico " quando parlano come se fossero esperti" perché io ritengo importante che tutti dicono il proprio parere sulla scuola; allievi, genitori, nonni, insegnanti, politici, chiunque, perché è l'unico modo di migliorare, e anche un modo per sapere che cosa la gente non sa della scuola.

Diciamo così. In Svezia, non so come funziona in Italia, per diventare insegnante agli superiori si deve studiare cinque anni in media. Normalmente si studiano due materie, per esempio svedese e inglese o storia e geografia. La media è studiare ogni materia per due anni, ma può essere cambiato adesso, non sono sicura. Che altro si studia? Didattica (cioè teorie per l'apprendimento sia generali che specifiche per le materie studiate); pedagogia e la storia della pedagogia; psicologia dello sviluppo; il sistema scolastico (ovvio!) e la storia del sistema scolastico; risoluzione dei conflitti; valutazione; metodi per documentare risultati, incontri con i genitori, piani per lo sviluppo dell'allievo... Poi si fa minimo 15 settimane di tirocinio. Secondo me, dopo questo un'insegnante dovrebbe saperne almeno una di più della gente in genere.


Io sono d'accordo con quelli che dicono che la scuola non funziona bene (ed è così in quasi tutta l'Europa), ma ci sono così tanti fattori che influiscono sulla scuola, e la soluzione non è così semplice come essere più severi o mettere più voti o bocciare i ragazzi. Mi trovo sempre a difendere la scuola, ma in verità vorrei mettermi sulla piazza a gridare perché c'è veramente bisogno di cambiamenti. E direi sia qui in Svezia che in Italia. Ma non è facile.


Che c'entra la valutazione formativa? Ve lo spiego in un altro post... l'ora del pranzo è finita. Ho dei appuntamenti con allievi per parlare dei loro voti... ; )

4 kommentarer:

Franco Fazio sa...

@Carin:
Ci sono persone che per grazia di Dio (o di pochi uomini) hanno ricevuto il dono della sapienza e dell'illuminazione; persone che hanno Conoscenza, pura e assoluta: i professori, coloro il cui compito è placare la sete di sapere degli studenti che tutelano e proteggono dal buio dell'ignoranza. Nelle loro mani risiede la capacità e il dovere di seminare informazione, di fomentare lo spirito alla scoperta, di accendere la scintilla della curiosità e del ragionamento... Questi professori... Queste persone che vivono per trasmettere, per la soddisfazione di Formare le persone... sono assai poche.
Professore non è colui che si alza la mattina e spolvera il titolo ottenuto grazie a ore di memorizzazione, che è contento di essere lasciato in pace e che pretende di raccogliere i frutti della conoscenza dei suoi allievi su un determinato argomento senza la fatica di accompagnarli durante il percorso d'apprendimento. Non è colui che si siede davanti alla classe in una posizione di indiscussa supremazia. Non è colui che decide se il tuo modo d'imparare è giusto o se meriti di "essere promosso", perchè alla fine, non è qualcosa che spetta a lui. Come può affermare se le cose che ha "insegnato" sono state davvero UTILI per l'alunno? Se ha davvero suscitato un "qualcosa" al suo interno o se ha solo raggiunto una conoscenza superficiale che svanirà poco tempo dopo? Può davvero dire se ti ha trasmesso un po' di cultura o se te ne vai in giro dicendo sciocchezze in tono "raffinato"? Essere preparati... avere una formazione, delle conoscenze sull'argomento in questione e una cultura non è dato dal saper recitare una lezione come una filastrocca, questo non serve a nulla! La cultura non viene acquisita con una laurea! Può qualcuno che non prova il minimo interesse per il sapere antico e raffinato, un figlio di mamma TV e (stupido) papà "reality show" dirsi più preparato alla vita di una persona che predilige la letteratura anche se non è "preparato" come lui? Certo! La saggezza non è conoscenza tecnica teorica, va applicata nella quotidianità. Un professore purtroppo vorrebbe essere tale anche al di fuori dell'aula scolastica. Ciò che si dovrebbe fare è impegnarsi attivamente per applicare il sapere su se stessi prima di "trasmetterlo" agli altri... Un professore dovrebbe avere una cultura generale e rispetto per le conoscenze che non rientrano nel suo campo d'azione.
Infinite sono le vie del sapere, e immense le sua vastità, nessuno può padroneggiarle tutte. Un professore è anche una persona, e le persone imparano continuamente, non si fermano quando hanno raggiunto la laurea, si può sempre imparare qualcosa di nuovo, forse anche dai propri alunni. Nessuno al mondo è nato con la sapienza in corpo ed è impossibile averla esclusivamente come dono di se. Si può essere preparati al punto di poter aiutare qualcuno nel suo percorso, ma è importante tener presente che anche costui è in grado di trasmettere qualcosa alla sua guida. I professori sono esseri umani, non déi. Il loro compito è aiutare gli altri alla ricerca del sapere, non quello di adorare e di farsi adorare come fonte esclusiva di verità assoluta.
Tanti insegnanti dedicano la loro vita agli alunni, applicandosi con passione ogni giorno per ottenere dei buoni risultati che non si vedono solo nel mero voto 1-10. Sono quelle persone che quando tornano a casa, cercano il modo di migliorare sè stessi per essere in grado di trasmettere qualcosa in più; queste persone mettono prima l'interesse degli alunni, sono contente (e non infastidite) se lavorano di più, che accettano delle critiche costruttive e che amano il confronto con pareri opposti; sono quelle che si rallegrano se il loro duro lavoro dà dei frutti, che godono nel vedere che la luce è stata trasmessa con successo, che non limitano le tue iniziative, e che si fermano volentieri dopo il suono della campanella, questi sono educatori.

Io spero/credo che tu sia uno/a di questi.

Carin sa...

Che c'è da dire? Il mio sogno è di essere come l'hai descritto tu, ma come hai scritto, nessuno è perfetto, nessuno sa tutto, c'è sempre da imparare! Poi non è facile! L'unico modo è di sempre riflettere su che cosa uno fa, cosa è andata bene, cosa no. Parlare con gli allievi, parlare con genitori ed altri insegnanti, studiare, aggiornasi... Ma ci vuole tempo e forza. Che non sempre c'è! Una grandissima parte del mio lavoro è lavoro amministrativo, io direi il 40%. Poi c'è una grande parte che tratta lo sviluppo sociale dei ragazzi. Incontri, incontri con i genitori, conversazioni a quattro occhi con qualcuno che ha problemi. POI c'è l'insegnamento. Chi ha detto che l'insegnante sa tutto? Certo che dovrebbe sapere più della materia dei ragazzi, ma per esempio è meglio per il mio allievo d'italiano, giocatore di calcio, di imparare bene a parlare di opera o di calcio? Di quale materia è più probabile che deve saper parlare se va in Italia? è più importante imparare quanti paesi ci sono nell'UE oggi, che poi può cambiare già domani, o imparare come si trova l'informazione giusta? Chi può decidere che metodo per l'apprendimento è migliore per un certo allievo? È il mio lavoro discutere questo con i ragazzi in classe ma anche con ogni individuo, trovare le risposte giuste, e cercare di insegnare secondo le risposte che troviamo. Ma è difficile, perché, ovviamente, la risposta non è la stessa per tutti. Non c'è sempre tempo e forza. Molto importante è capire che il mio lavoro in poche parole tratta di aiutare gli alunni di imparare più possibile, e specialmente di imparare come possono fare per imparare più (da soli), e poi, visto che abbiamo questo sistema dei voti, dargli la possibilità di mostrare cosa sanno, non cosa NON sanno. Ma dire che sono un'insegnante così perfetta come la tua descrizione sarebbe quasi mostrare che non lo sono. Però l'intenzione c'è!

Beppe sa...

@Carin: "Molto importante è capire che il mio lavoro in poche parole tratta di aiutare gli alunni di imparare più possibile, e specialmente di imparare come possono fare per imparare più (da soli), e poi, visto che abbiamo questo sistema dei voti, dargli la possibilità di mostrare cosa sanno, non cosa NON sanno.Ma dire che sono un'insegnante così perfetta ..."
Non un'insegnante perfetta ma un perfetta insegnante si !
Fossimo stati colleghi 20 anni fa non avrei lasciato disgustato l'insegnamento ! Continua così, Carin.

Carin sa...

Grazie, Beppe!